Tutti conoscono la versione del mito della Sirena Partenope e del suo legame con la città di Napoli ma la nostra tradizione vanta ben altri due racconti. Vediamo insieme quali sono i racconti legati a questa famosa figura.

La principessa Partenope

PRINCIPESSA PARTENOPE

Si narra che una bellissima principessa di nome Partenope era innamorata perdutamente di un fanciullo di nome Cimone. Questo amore purtroppo era contrastato dal re suo padre, che invece l’aveva promessa in sposa a un altro pretendente.

I due allora decisero di fuggire su una nave che prese il largo ed alla fine arrivarono sul litorale campano. Qui in questa terra fertile e ricca vissero il loro amore e Partenope partorisce ben 12 figli diventando la madre del popolo napoletano.

Si narra che la sua anima immortale ancora oggi continui a vegliare sulla città.

Una fanciulla di nome Partenope 

Si narra che in una regione della Grecia da anni era tormentata da una grave carestia che stava affliggendo i suoi abitanti.Il re per far fronte a questa situazione prese una decisione assai drastica ma con la speranza che almeno un gruppo di giovani riuscisse a sopravvivere. Decise allora che questi fanciulli attraversassero il mare, impresa assai difficile per raggiungere la terra promessa. Purtroppo durante il viaggio ed a pochi metri dalla costa campana la giovane Partenope morì.

I compagni allora appena sbarcati decisero di celebrare il suo funerale proprio qui.

Una sirena ammaliatrice

La Leggenda della Sirena Partenope, è narrata da Omero nell’Odissea un bellissimo libro dove si raccontano le imprese eroiche di Ulisse. Questo navigante noto per la sua curiosità, volle ascoltare a tutti i costi il canto delle sirene, le quali attraevano i marinai con le loro voci angeliche e melodiose, per poi ucciderli.

Avvisato dalla maga Circe a cosa stesse andando incontro ordinò ai suoi uomini di mettere tappi di cera all’orecchio e si legò all’albero maestro della sua nave vietando ai suoi uomini di slegarlo.

In questo modo Ulisse riuscì ad ascoltare il magico canto delle Sirene e non esserne rapito.
Le sirene ci rimasero molto male e per la delusione si suicidarono schiantandosi sugli scogli.
La sirena Partenope, fu portata dalle correnti marine proprio tra gli scogli di Megaride , dove oggi sorge Castello dell ’Ovo.

Lì fu trovata da dei pescatori che la venerarono come una dea , una volta approdato sull’isolotto, il corpo della sirena si dissolse.

Così divenne la protettrice del luogo e diede il nome a quel piccolo villaggio di pescatori.
Da allora, come per “incanto” pur a distanza di secoli noi siamo Partenopei cioè cittadini di Partenope.

Le sirene dal corpo di uccello

anfora sirene

Nella versione di Omero però non si narra di donne dal corpo metà donna metà pesce bensì uccello. Questa è la versione più antica del mito che la fa somigliare più ad una Arpia e questa la raffigurazione che troviamo su una antica anfora attica del V secolo a.c.

Con tutta probabilità la trasformazione della Sirena da donna-uccello a donna-pesce avvenne nel corso del II secolo d.C.

Il primo motivo potrebbe essere legato ad un errore di trascrizione dalla parola latina “pennis” a “pinnis” che significa pinna. Altro motivo potrebbe derivare dalla diffusione del Cristianesimo che vedeva queste creature come esseri del male.

La Sirena Partenope tra le strade di Napoli

In città sono davvero tante le raffigurazioni della sirena Partenope simbolo di Napoli.

Dalla famosa fontana in piazza Sannazzaro alle rappresentazioni sulle guglie di San Domenico Maggiore e San Gennaro ( qui indossa anche una corona). La ritroviamo sul portone di Palazzo Sanfelice nella rione Sanità e sulla cosiddetta  “fontana del Gigante” a via Partenope.

Non può mancare l’immagine della sirena sul Trono dei Borbone e sulla Galea di Carlo III di Borbone ( una lancia di venti
metri in legno intagliato e decorato).

Se siete curiosi io organizzo una vera e propria Caccia alle Immagini nei vicoli della città di Napoli. 

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